L’Unitalsi

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In questo numero del giornalino vi voglio parlare dell’Unitalsi e farvi conoscere brevemente la storia di questa splendida associazione che si occupa nell’organizzazione dei pellegrinaggi.
In seguito vi racconterò una mia esperienza vissuta a Maggio del 2015 in viaggio verso il santuario di Lourdes.

L’Unitalsi

lourdes4L’Unitalsi è un’Associazione di fedeli, uomini e donne, sani e ammalati senza distinzione di età, cultu-ra, posizione economica, sociale e professionale, a carattere nazionale, con sede in
Roma, oggi artico-lata, per necessità organizzative, in 19 Sezioni, 2 Delegazioni estere (Malta e Repubblica di San Marino), e 280 Sottosezioni, oltre a parecchi gruppi locali che operano rispettivamente in campo regionale e diocesano con il carisma iniziale di accompa-gnare gli ammalati al Santuario di Lourdes. Successivamente altri santuari mariani di riferimento unitalsiano, con pellegrinaggi coordinati dalla Presidenza Nazionale, sono quelli internazionali di Fatima, Banneux, Terra Santa e, in campo nazionale, quelli di Loreto, Siracusa e San Giovanni Rotondo; inoltre le Sezioni e le Sottose-zioni organizzano propri pellegrinaggi nei santuari mariani delle regioni d’appartenenza.

Nascita dell’Unitalsi
lourdes3Ideatore dell’Unitalsi è un giovane ammalato romano di ventitré anni, Giovanni Battista Tomassi, nato il 29.11.1880, figlio dell’amministratore dei Principi Bar-berini, affetto da una forma artritica acuta e irreversibile e in carrozzella da quasi dieci anni; è molto sofferente nel corpo, ma soprattutto è molto tormentato nello spirito per la sua ribellione a Dio e alla Chiesa.
Avendo saputo dell’organizzazione di un pellegrinaggio a Lourdes, il Tomassi chiede di parteciparvi con l’intenzione ben precisa, se non avesse ottenuto la guarigione, di compiere uno scandalo, un gesto di clamorosa sfida e bestemmia: suicidarsi ai piedi della Madonna.
Siamo alla fine di agosto 1903; Giovanni Battista Tomassi è carico di rabbia per la malattia che lo tormenta, è nutrito di anticlericalismo e viene descritto da un altro partecipante, il Prof. Carlo Co-stantini, che poi nel 1909 viene nominato Vice Presidente dell’Associazione, come un giovane dallo sguardo truce: “Il suo sguardo così fiero, direi sprezzante, gli alienava quella naturale e profonda simpatia che ogni anima cristiana sente verso l’infelice”.
Non è pensabile, per il suo tormento spirituale, che il Tomassi, recandosi a Lourdes, avesse in tasca una corona del rosario; è invece portò con sé una pistola per attuare il suo gesto disperato.
Accadde però che, giunto alla Grotta dove l’Immacolata era apparsa a Santa Bernadette, viene colpito dalla presenza dei volontari che aiutano i malati ad entrare nella Grotta per pregare e percepisce appie-no che la condivisione amorevole dei volontari dava conforto, speranza e serenità ai Sofferenti.
Per tutti i giorni del pellegrinaggio è smarrito, sconvolto, taciturno e pensieroso; non ottiene il miraco-lo, non attua il proposito di suicidarsi, ma alla stazione di Lourdes, al momento del rientro, chiede di parlare con il direttore spirituale del pellegrinaggio, il Vescovo Mons. Radini Tedeschi, al quale con totale serenità, consegnando la pistola, dice: “Ha vinto la Madonna. Tenga, non mi serve più! La Ver-gine ha guarito il mio spirito”. Ed aggiunge: “Se Lourdes ha fatto bene a me, farà bene a tanti altri.

Manifesta così al Vescovo e al giovane sacerdote che lo accompagna, Don Angelo Roncalli, poi Papa Giovanni XXIII, l’idea di fondare una specifica associazione.
L’incontro con la Grotta di Lourdes provoca un profondo cambiamento in Tomassi che non ottiene la guarigione del corpo, ma certamente quella dell’anima ed è un uomo nuovo.
Si era accesa in lui la luce della Fede? Sicuramente!
La sua conversione è provata da una cartolina, datata 29.08.1903 e indirizzata alle sorelle, sulla quale, oltre ai saluti, scrive: “Pregate!” Una sola parola che nella semplicità del messaggio racchiude la storia, il mistero di una istantanea, imprevedibile e sbalorditiva conversione.

La mia esperienza

lourdes2A gennaio del 2015, durante il funerale dalla morte di mio padre, venne a trovar-mi il mio amico Rosario. Non lo vedevo da tanto tempo. All’uscita dalla chiesa lui si avvicinò per sal
utarmi. Io, preso dall’emozione, gli dissi solamente queste parole: testa di legno, testa di legno! Quelle parole scaturirono perché lui si era allontanato dall’Unitalsi. Dopo qualche settimana ci siamo sentiti per telefono e io gli dissi che desideravo fare un viaggio a Lourdes. Mi rispose che se non ci fosse stato nessuno ad accompagnarmi si sarebbe offerto lui come accompagna-tore. Il 3 maggio del 2015 cominciò il nostro pellegrinaggio verso Lourdes. Una mattina mentre facevamo colazione, Rosario mi fece questa proposta: vuoi venire con me sopra all’Incoronata? Io, subito, acconsentii!
Mentre salivamo per andare all’Incoronata recitavamo il rosario, ogni tanto facevamo qualche breve sosta per riposarci e fare qualche bella foto ricordo. Arrivati in cima siamo andati a pregare nella chiesa dell’Incoronata. Lungo la via del ritorno, alla fine della discesa, ci siamo fermati in una panchina per riposarci. Ad un certo punto, all’improvviso, Rosario scoppiò a piangere come un bambino dicendomi: non mi allontanerò più dall’Unitalsi! Grazie, grazie Emilio!
Questo momento, così intenso ed intimo, mi colpì particolarmente lasciandomi un’emozione indescrivi-bile che ancora oggi porto nel mio cuore!

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