Il C.S.R. a Modica

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CSR-Modica

E’ l’aver frequentato il C.S.R. di Modica sin da­gli ultimi mesi del 2000 che mi ha spinto a scrivere queste righe.

Il Consorzio Siciliano di Riabilitazione (più noto con l’acronimo C.S.R.) è una delle realtà più impor­tanti in Sicilia nel settore della riabilitazione. L’Ente offre assistenza in convenzione con il Servizio Sani­tario Nazionale e tutte le strutture sono accreditate dall’Assessorato alla Sanità della Regione Siciliana. Le prestazioni vengono erogate dalle Aziende Sani­tarie Provinciali di competenza territoriale e risulta­no totalmente gratuite per gli utenti.

Per risalire alla prima esperienza in tale settore bisogna andare a Roma, dove nel 1954 per iniziativa di un gruppo di genitori di bambini cerebrolesi fu fondata l’A.I.A.S. (Associazione Italiana Assistenza Spastici).

Dopo questa esperienza sorsero tante altre sezioni in tutta Italia. La prima in Sicilia sorse a Siracusa nel 1966. E’ a questa struttura in particolare che si rivolse l’ingegnere Francesco Lo Trovato, abitante aCatania, per poter aiutare il figlio Kikki. Con l’aiuto di altri genitori nelle medesime condizioni, nel 1967 viene fondata la sede anche a Catania. E’ nel 1980 che, su iniziativa dell’ingegnere Lo Trovato, allorapresidente dell’A.I.A.S. di Catania, e con la collabo­razione dell’A.I.A.S. di Caltagirone, che viene co­stituito il C.S.R., allo scopo di costituire un soggetto giuridico ancora più forte e rappresentativo. Tra i principali fini istituzionali del Consorzio, oltre ov­viamente a quello di garantire ottime prestazioni ria­bilitative, va citato anche quello di promuovere ogni servizio utile al soddisfacimento dei bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Rien­trano in questo fine la creazione del “Dopo di noi”, inaugurato nel 2015, e del “KikkiVillage”, operante dal 2011. Il primo, sito a Viagrande in provincia di Catania, è una grande struttura socio assistenziale per disabili, anziani e persone non autosufficienti; il secondo, sito in contrada Todeschella a Modica, a pochi chilometri da Pozzallo, è uno dei più gran­di resort a 4 stelle in Europa progettato per godere vacanze libere da qualsiasi barriera architettonica e culturale.

Oggi il Consorzio è presente in 19 centri in tutta la Sicilia, nelle provincie di Catania, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani. Nella nostra pro­vincia è presente a Comiso dal 1980, a Ragusa dal 1982, a Modica dal 1986 e a Pozzallo dal 1990.

A Modica l’attività inizia presso la sede di “Villa Cascino”, offrendo prestazioni a circa venti assi­stiti. Dal dicembre del 2006 il C.S.R. ha una nuova sede, un’ampia struttura di circa 400 metri quadri in zona Treppiedi Sud, dotata di tutti i criteri di proget­tazione relativi alle strutture accessibili per disabili. Dal 2012 il C.S.R. di Modica eroga prestazioni sia ambulatoriali che domiciliari di logopedia, fisiokinesiterapia, riabilitazione neuromotoria, psicomotri­cità e riabilitazione neuropsicologica per disabili di ogni età con disabilità motorie, psichiche, cognitive e sensoriali.

Questa un po’ di storia, fatta di date e tappe che potrebbero apparire sterili notizie, ma che sicura­mente hanno dietro tanta dedizione, amore e sacri­fici da parte sia degli operatori che dei familiari di persone disabili.

Per concludere queste righe vorrei però aggiun­gere qualche considerazione sull’attività del C.S.R., ma di diverso tipo. Ossia, cosa rappresenta tale Cen­tro per una mamma il cui bimbo nato da pochi anni manifesta gravi difficoltà motorie? E’ l’autunno del 2000 quando vado a bussare a Villa Cascino. La pri­ma persona che incontro è la dottoressa Giovanna Ragusa, che in qualità di assistente sociale del Cen­tro mi informa sulle modalità di fruizione del servi­zio di fisioterapia. Molto precisa e professionale, si presenta subito come l’anello di congiunzione tra gli operatori e gli utenti. Sarà sempre la sua voce che annunzierà gli orari delle terapie e sarà sempre lei che in modo mirabile cercherà di incastrarli, come un puzzle, per accontentare le esigenze di ogni utente. Inizia così il servizio di fisioterapia domici­liare e comincia a far parte della famiglia la figura del fisioterapista. Operatori, o meglio veri amici, che sono vicini ed aiutano ad affrontare percorsi della vita, che non avresti mai immaginato di dover af­frontare.

Quando nel 2012 si passa dalle prestazioni domi­ciliari a quelle ambulatoriali, per gli utenti sembra apparentemente uno svantaggio; bisogna spostarsi sia col sole cocente che sotto la pioggia battente e chi accompagna l’assistito è costretto ad attendere per tutta la durata della prestazione del servizio. A poco a poco però ci si rende conto che non ci sono solo questi aspetti da considerare. L’andare alla sede modicana del C.S.R. “Kikki Lo Trovato” di vico Paolo Orsi al civico 18 , vuoldire incontrare tanti nuovi amici, tutti operatori del centro, ognuno con i propri ruoli e le proprie professionalità. Oltre la terapia, si possono con loro condividere le espe­rienze della vita quotidiana o semplicemente si può insieme gioire per la vittoria della squadra di calcio del cuore. Sono lì che ti aspettano con il loro sorriso e la loro carica di amicizia. All’ingresso del centro c’è una piccola sala d’attesa con qualche sedia per i familiari dei pazienti. Potrebbe apparire un angolo meno importante del Centro, però posso assicurare che è in questo angolo che tanti genitori si possono confrontare e farsi forza l’un l’altro nell’affrontare i duri e faticosi percorsi della vita.

Fino allo scorso mese di giugno, in questa sala d’attesa ci si incontrava in due o tre persone. Dal mese di luglio 2015 è successa qualcosa di nuovo. La sa­letta è sempre piena e quasi non bastano le sedie. Il Centro, grazie alla dinamica ed efficiente direzione della dottoressa Giovanna Di Falco, ha potuto final­mente far fronte alla lunga lista d’attesa, incremen­tando il personale dipendente di dieci unità lavora­tive tra le varie specializzazioni e passando da 60 a 180 assistiti, distribuiti tra domicilio ed ambulatorio.

Sono tanti i volti nuovi, pochi quelli già noti. Sono i volti di una “umanità sofferente” che con dignità affrontano il dono della vita anche se mutilata in al­cune sue potenzialità. Non sono mai stata a “Lour­des” né so se mai ci andrò, ma fra queste mura credo che nel piccolo si svolga qualcosa di simile. Il mi­racolo della “condivisione”, anche se non per tutti necessariamente quello della “guarigione”.

Questo è il C.S.R. per una mamma.

(a cura di Filippa Azzaro, mamma di Emanuele Vernuccio, assistito)

 

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