La mia vita “diversa” e l’amore di viverla.

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Ero bella, giovane, piena di progetti per il mio futuro, con tanta vitalità nel corpo. Ogni cosa mi sembrava possibile, tutto poteva essere mio se l’avessi voluto. Non conoscevo il dolore fisico, la rinuncia, la paura, l’impotenza.

Uno schianto terribile in moto a soli 18 anni ha cambiato tutto. Ospedali, medici, catastrofiche diagnosi. Paura, tanta paura. Non potevo credere che la mia vita sarebbe cambiata così tanto, da essere definita “handicappata”. Nel cuore della notte pensavo :”Sono in una camicia di forza, non posso muovere niente. Non posso divincolare le spalle. Posso solo star qui in questo letto”. Cercavo di riaddormentarmi ma non ci riuscivo ed allora cominciavo a pensare ed erano sempre gli stessi pensieri tormentosi. Cominciavo con : “Ci deve essere un errore. Oh mio Dio sono in trappola, non posso alzarmi, non posso muovermi, faccio pietà.” Una supplica disperata: “Per  favore, qualcuno mi faccia uscire, fatemi uscire!”

Dopo questa prima fase, lentamente, giorno dopo giorno, ho compreso che la vita mi era rimasta e pur così diversa e con tante limitazioni mi invitava a una generale riprogrammazione. Nella condivisione di gioie e dolori ho trovato la chiave per superare le barriere della vita. L’amore degli altri ed il sentirsi importante per gli altri sono divenute scintille per fare andare avanti il motore della mia vita. Dopo essere uscita dal coma, ho trovato intorno a me la mia famiglia, gli amici, il sostegno della preghiera e della fede. Tutto ciò mi ha dato la forza di riprendere gli studi e così nel 2000 mi sono iscritta all’Università. Nel luglio del 2006 ho conseguito la laurea in Scienze dell’Educazione presso l’Università di Palermo e nel gennaio 2011 una seconda laurea in Servizio Sociale. Nel frattempo ho fondato l’associazione “Spazio Libero Onlus” di cui sono presidente. Tuttavia non sono un supereroe ma semplicemente una persona che ama la vita e ama viverla, perchè quest’ultima è un grande dono, un grande dono di Dio. I piagnistei, invece, non giovano a nessuno; generano soltanto sopportazione, compatimento ed alla fine l’isolamento. Se si troverà in ognuno di noi il coraggio di raccogliere e valorizzare al meglio tutto quanto di psicofisico è rimasto integro, si potranno ritrovare stimoli ed energia sufficienti anche per impostare un nuovo e soddisfacente modo di vivere, elaborando un’immagine positiva e produttiva di sè come persona che sa “dare” e sa “essere”. Una canzone dice: “Dipende…tutto dipende, da che punto guardi il mondo, tutto dipende!”Questa storia è una storia come tante altre. Questa vita è la mia vita!

a cura di Paola Gandolfo

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