SPECIALE

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SPECIALE. Mio figlio è un bambino speciale. Forse lo pensano tutte le mamme dei loro figli, me ne rendo conto, ma ora so che le cose che Federico non riesce a fare e quelle che riesce a fare di più e meglio di noi, sono proprio le caratteristiche che lo rendono unico.

Quando era nella mia pancia, immaginavo come sarebbe stato, come sarebbe diventato da grande. Che forma avrebbero avuto i suoi occhi, quale luce il suo sorriso. Mi sono immaginata tante volte di vederlo camminare insieme a me, mano nella mano fino a quando non sarebbe stato in grado di proseguire da solo verso la vita, allora la mia mano di carne avrebbe lasciato il posto alla mano immaginaria. Invisibile, ma sempre stretta alla sua SPECIALE.

Ci ho messo un pò di tempo a capirlo. Quando mi hanno detto che mio figlio aveva un danno cerebrale con esiti sulla funzionalità motoria, mi ricordo che mi è caduto il mondo addosso. Quello scricciolo nato alla 24 settimana di gestazione, allora pesava 750 gr, Improvvisamente mi sembrava di non avere un corpo, che tutto intorno a me avesse un peso cosi’ grande che il mio fisico non era in grado di sostenere, come se improvvisamente il corpo non avesse più consistenza. Dallo stato solido allo stato liquido. Poche parole pronunciate con l’enfasi del carico, del peso che portavano. SPECIALE, mi hanno detto. Sarà un bambino speciale. Non sono stata in grado di capire subito quanta forza possa abitare dentro un corpo, seppure esile come il mio, quando un figlio ha bisogno di te, e quanto potente possa essere un amore, capace di superare i limiti del possibile e di scatenare le forze più incontrollabili che ciascuno ha dentro di sè.

Credo di essere nata insieme a mio figlio. Federico ha tirato fuori delle cose di me che non sapevo di avere. Federico non è la mia ragione di vita, è colui per il quale e grazie al quale io sono. E’ cosi’ mio figlio, solo SPECIALE. A volte, quando incrocio gli sguardi delle persone mi capita di scorgere nei loro occhi il dispiacere. Riesco a scorgere il loro tormento. A volte guardano me con ammirazione. Se io, tutte le volte, avessi il potere di verbalizzare i loro pensieri, sono certa che sentirei parole che non rispecchiano la nostra condizione. Nei loro occhi spesso leggo la disabilità. Mi diverto ad indovinarli i pensieri di queste persone che guardano me e mio figlio: Che brava mamma! Quanta forza! Chi sa quanto soffrirà! Se fosse successo a me non credo che ce l’avrei fatta! Ed io, ogni volta, vorrei poter dire a queste persone che non sanno che il Signore assegna a tutti la stessa capacità di sopportare la vita. Semplicemente, qualcuno è costretto a misurarsi ogni giorno con quella capacità. Sono più fortunati di me tutti loro ? Non lo so. So solo che a volte possono dimenticarsi che esistono delle difficoltà contro cui bisogna lottare. Ma io, quando sorrido posso farlo con più consapevolezza.

E’ SPECIALE Federico. E’ come tutti gli altri. E’ speciale come loro, non di più. Non ha superpoteri. E’ unico.Ha una dolcezza fuori dal comune. Una forza incredibile. E’ lui che mi ha insegnato a sorridere. E’ lui che tiene per mano me. E’ lui che sa reagire e spiegarmi che siamo solo noi adulti a vedere la disabilità. E’ un bambino felice e l sua felicità, piena, autentica, è l’ossigeno della mia vita. Negli occhi dei bambini vedo con chiarezza il futuro di Federico; un bimbo comune, con altre capacità. Un bimbo che sarà un ragazzo, poi un uomo e comunque qualcuno a cui non si potrà non volere bene.

Mi sono immaginata tante volte di vederlo camminare insieme a me. Mano nella mano. Verso la vita. Non so se con la terapia questo avverrà mai. Non so fino a che punto sarà in grado di proseguire da solo. E’ vero, non abbiamo mai camminato mano nella mano io e mio figlio, ma abbiamo vissuto. E lo abbiamo fatto mano nella mano. E così vivremo per sempre, Con la mia mano stretta alla sua.

Carini Luana, mamma di Federico

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