piccolo diario delle idee

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A cura di Elsa Lazzarini

 

L’atto del condividere è il seme della soluzione della crisi mondiale che non è soltanto a livello finanziario, ma tocca tutti gli aspetti della vita umana. Quando la bufera incalza su di noi, e ci sentiamo dolorosamente confusi, limitati, senza prospettive e alternative, avere qualcuno cui confidarsi e aprire il cuore lasciando fluire le tenebre della disperazione, è già trovare un salvagente capace di farci approdare alla terra ferma. Se invece siamo isolati, possiamo gridare il nostro dolore al vento, oppure descriverlo sul nostro diario. In ogni caso è terapeutico. A me personalmente, è capitato di captare l’inaspettato. Altri sono usciti dalla depressione.

Si può condividere a vari livelli, non solo a livello fisico, con le proprie risorse, ma anche attraverso l’ascolto, il conforto, la preghiera, la compagnia, la conoscenza, la saggezza, la felicità, la soddisfazione dei bisogni primari, e l’amore che è la medicina più salutare senza controindicazioni.

Il necessario non deve mancare a nessuno. Accumulare avvelena il cuore. L’energia deve circolare. Come il sangue deve circolare in ogni parte del corpo per mantenerlo in salute, così tutto ciò che è semplicemente necessario a garantire una vita corretta non deve mancare a nessuno. È la < conditio sine qua non > del futuro immediato. È così che il bene si allarga a macchia d’olio, raggiungendo altre persone di cui non sappiamo nulla. Ed è semplicemente bellissimo. La vera condivisione è anonima, vola sulle ali dei pensieri luminosi, ovunque benefici nello spazio.

Possiamo constatare oggi che i corpi sono malati e la vita psichica è sconnessa. E dovevamo arrivare a questo punto per comprendere che l’umanità è malata gravemente e che la guarigione è celata nell’azione del singolo disposto a condividere piuttosto che ad accumulare?

Condividere senza aspettarsi nulla in cambio è liberatorio, ci fa sentire in pace con noi stessi, anzi, saremo noi a ringraziare se l’altro accetta il nostro dono, la nostra disponibilità, il nostro tempo. Avrebbe potuto rifiutare, ma ci ha ascoltato e non ci ha respinto.

Se stiamo davvero condividendo, noi siamo come la fiamma di una candela che ha la capacità di accendere mille candele, rimanendo sempre sé stessa, splendente e radiante, capace di moltiplicarsi ancora e ancora. Sia che aiutiamo una sola persona oppure un milione di persone, il nostro splendore permane. Ciò che è riduttivo è il comportamento separativo, bellicoso e intransigente, intollerante e geloso, l’invidia con tutta la gamma dei sentimenti negativi.

Condividere è donare sé stessi e se per qualcuno, all’inizio, potrebbe essere doloroso, è fonte di immensa felicità alla fine. È dare senza nulla trattenere …

Dalla condivisione e dalla cooperazione emergeranno la giustizia e la pace nel mondo e può anche essere percepito che servire il fratello è essere al servizio di Dio. Solo così possiamo sviluppare la nostra umanità.

L’umanità nel suo insieme è la custode della Terra e noi tutti respiriamo la stessa aria e beviamo la stessa acqua e il cibo che ci dona. E noi esseri umani dobbiamo prenderci cura di tutti gli esseri viventi che la Terra ospita e rimediare allo sfruttamento indiscriminato fin qui compiuto.

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